Gazzetta di Parma -

Il cibo del futuro? Le proteine vegetali

 

 

 

 

Nuove tendenze I relatori hanno analizzato il consumo di proteine animali e proposto le alternative possibili per il futuro

«Mangiare meno proteine animali? Non è un’alternativa sostenibile, nasciamo onnivori», il messaggio di Antonio Cellie, amministratore delegato di Fiere di Parma, che ieri è intervenuto durante la rassegna «Green economy festival».
Una visione che si pone in contrasto con le recenti tendenze legate alle alternative vegetali, che sono state approfondite nell’incontro ospitato nella sala del Consiglio comunale, condotto dalla giornalista Ilaria Vesentini. Tra i relatori, presenti anche due aziende, Danone e Impact Corp, che, con i loro rappresentanti Sonia Malaspina e Alessandro Thellung, hanno portato la loro esperienza con il mondo delle alternative vegetali.

Tante le ricerche che negli ultimi anni si sono susseguite su questo argomento, anche sul nostro territorio, con il lavoro svolto dall’università di Parma sul comportamento dei consumatori verso la nuova frontiera degli insetti commestibili.

«Noi, come gruppo di ricerca, abbiamo iniziato dieci anni fa a studiare lentomofagia – ha spiegato il docente Giovanni Sogari-, e forse siamo stati tra i primi a farlo in Italia».

Scettico sul tema Antonio Cellie, che ha parlato anche dei dazi americani, in un momento pieno di interrogativi per l’agroalimentare italiano. «La tendenza sarà quella di una sostituzione, ma non tanto con carne artificiale, quanto con proteine di origine vegetale. Dazi statunitensi? Penso che colpiranno di più i vini. Il consumatore di Parmigiano che va da “Whole Foods” e lo paga 50 dollari al chilo, se lo paga anche 55-60 è quasi irrilevante. Forse saremo costretti a guardare anche altri mercati, senza adagiarsi sugli Stati Uniti».

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