Concluso il Green Economy Festival. De Pascale: “transizione, ci vuole un pragmatismo ambizioso”. Pontremoli: “attenti anche alla sostenibilità sociale”

Dopo tre giorni di eventi che hanno visto una grandissima partecipazione di pubblico, il Green Economy Festival si conclude con relatori di spicco dal mondo istituzionale e da quello delle imprese. “Attenzione a non trasformare il pragmatismo in immobilismo”, avverte il presidente della Regione De Pascale. Andrea Pontremoli racconta: “Andiamo nello spazio perché solo confrontandoci con le complessità siamo spinti ad innovare. Bene quindi gli obiettivi ambiziosi di Bruxelles, ma le soluzioni siano lasciate all’impresa”. E Mutti: “Dopo aver già raggiunto molti obiettivi di sostenibilità, è ora di andare oltre e fare progetti rivoluzionari”

Nell’approcciare la transizione dell’economia verso la sostenibilità, ambientale e sociale, “ci vuole sì pragmatismo, ma solo se abbinato all’ambizione, altrimenti rischia di diventare immobilismo. Di questo abbiamo bisogno”. A dirlo è Michele De Pascale, presidente della Regione Emilia-Romagna, in occasione dell’evento di chiusura del Green Economy Festival di Parma.

Sullo stato di salute dell’industria regionale, i tavoli di crisi aperti sul territorio sono ben 48. Destinati a chiudersi e risolversi o frutto di una transizione che miete anche delle vittime? “Nel nostro territorio ci sono, a distanza di pochi chilometri di distanza, imprese che rischiano di chiudere e mandare a casa centinaia di persone, e aziende in fortissima crescita che come unico problema hanno il reperimento di manodopera”. Per questo il sistema nel suo complesso può essere in grado di reggere la transizione, sostiene De Pascale. Eppure “ci sono anche bombe atomiche sociali, come Berco a Copparo, dove si rischia un potenziale dramma sociale. Lì o ci facciamo carico di politiche di sostegno di alcune aree, oppure le città esplodono. Perché non posso spostare i lavoratori da zone più periferiche a Bologna, che non è in grado di accoglierli, non dal punto di vista occupazionale ma di alloggi e servizi questo sarebbe un enorme problema”. 

Sul tema dei dazi, De Pascale condivide “l’appello alla prudenza della presidente del Consiglio: questo non è il momento della rabbia, ma della ragione. L’Europa non può concedersi un totale scontro con gli Stati Uniti, questo è ovvio, ma deve trattare unita. E l’Italia, invece che preoccuparsi di farsi avanti da sola, deve puntare a contare di più in Europa, dato che rappresenta la seconda manifattura”.

Sulle infrastrutture, invece, tema altrettanto cruciale per le imprese seppur mediaticamente meno d’impatto, “oggi è vergognoso il tema delle concessioni autostradali: le nostre autostrade sono ferme per questioni giuridiche, per l’incapacità di trovare una linea su come riuscire a far cadere a terra gli investimenti – sottolinea De Pascale –“. Sulla Cispada e la sua realizzazione (dopo che Bonaccini l’aveva promessa per due mandati senza arrivare all’obiettivo) “è legata al rinnovo alla A22, bisogna prima chiarire le norme sulle concessioni per sbloccarla”. 

Tornando al focus sulla transizione ecologica del nostro sistema imprenditoriale, Andrea Pontremoli, presidente Motor Valley Development e amministratore delegato Dallara, sottolinea come “stiamo andando verso la sostenibilità ambientale sacrificando quella economica e sociale. E invece si deve ripartire dalle persone, per disegnare un futuro dove la gente voglia stare, che credo sia anche il compito dell’imprenditore. Per farlo, bisogna darsi obiettivi complessi: Dallara va nello spazio per trovare alternative più efficienti che permettano la sostenibilità del genere umano. È attraverso le difficoltà che siamo spinti ad innovare”. Virtuoso quindi anche l’essersi dati, a livello di Unione Europea, un obiettivo ambizioso come quello del Green Deal, “peccato che si sia commesso un gravissimo errore: le imprese dovevano essere lasciate da sole nel trovare la soluzione per raggiungere gli obiettivi”.

“Pensare alle persone significa anche pensare alla comunità nella quale cresce l’impresa, e curare il proprio territorio. Anche questa è sostenibilità sociale”, spiega Valeria Brambilla, amministratore delegato Deloitte & Touche. Per Francesco Mutti, amministratore delegato Mutti, “Va recuperata la sensibilità che era propria di generazioni precedenti, che avevano un legame molto più stretto con la natura. Noi, nella nostra impresa, non l’abbiamo mai abbandonata. Ma ora è arrivato il momento di ampliare i nostri obiettivi di sostenibilità, che diventano progetti di anni che rivoluzioneranno i nostri processi”.

“L’idea di sostenibilità va condivisa con tutti gli attori del territorio. Se siamo qui a dialogare, oggi, è per costruire un’idea comune di transizione e di impresa”, dichiara in conclusione Pontremoli, riassumendo il senso della discussione della mattinata. 

L’evento ha raccolto una vastissima partecipazione, con una sala sold out, così come tutti gli eventi della due giorni, che hanno visto l’intervento di ospiti come Matteo Colaninno, Stefano Besseghini, Ettore Prandini, Stefano Bonaccini, Vincenzo Nibali, Carlo Ratti, Luca Mercalli, Fabrizio Curcio, Giampiero Maioli, Hernan Del Valle, Stefano Mancuso, Matteo Thun, Paolo De Castro, Ettore Prandini e Giovanni Storti.

Dichiarazioni conclusive

Davide Bollati, presidente Davines Group: “Questa edizione del Green Economy Festival, che ha visto la partecipazione di tantissimi giovani, è stata un’occasione preziosa per ricordarci l’importanza della consapevolezza, dell’ascolto e dello scambio intergenerazionale e intersettoriale. In un contesto polarizzato e di incertezza, un dialogo costruttivo e partecipato è oggi fondamentale per collaborare con un approccio di lungo periodo verso la transizione ecologica, sociale ed economica”.

Gianluca Borghi, assessore Sostenibilità Ambientale, Energetica e Mobilità Comune di Parma: “Ancora una volta, grazie al Green Economy Festival, Parma è stata il palcoscenico di decine di incontri durante i quali si sono elaborate idee ed assunti impegni, per costruire un futuro migliore.  Imprese, istituzioni, intellettuali, cittadini: solo grazie alla responsabilità di tutti riusciremo a dare alla Sostenibilità senso e percorsi possibili. Anche grazie a queste tre giornate Parma rafforza il proprio impegno di città Carbon Neutral al 2030: assieme, potremo raggiungere questo obiettivo, epocale ma possibile”.

Cesare Azzali, direttore Unione Parmense degli Industriali: “Grazie alla grande capacità organizzativa di ItalyPost e del Corriere della Sera, ma soprattutto delle persone che negli anni hanno mantenuto una capacità di interpretare le aspettative e le potenzialità della città, la manifestazione è riuscita benissimo anche quest’anno. Abbiamo messo a confronto opinioni sui temi dell’evoluzione dell’economia in una logica di sostenibilità, registrando finalmente l’elemento della concretezza come fattore ordinante delle riflessioni. Dal nostro punto di vista, al netto del fatto che ora si tratta di lavorare su questi temi con continuità e di programmare gli interventi per poterli poi mettere a terra, il Festival ha ottenuto un pieno successo”.

Francesco Castellone, Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne Gruppo Iren: “Il Green Economy Festival 2025 si è confermato un evento di assoluto rilievo nell’ambito della divulgazione dell’economia sostenibile e della promozione delle buone pratiche da parte di aziende e di singoli cittadini. Iren ha portato il proprio contributo al dibattito, condividendo la sua consolidata esperienza nel settore con il mondo industriale, associativo e istituzionale del territorio. La nostra partecipazione non solo ha rafforzato il nostro ruolo attivo nel promuovere una crescita economica sostenibile e rispettosa dell’ambiente, ma ci ha consentito di condividere e raccogliere spunti, idee e progetti per proseguire con entusiasmo e senso di responsabilità il nostro percorso verso un futuro sempre più green e sempre più attento ai rapidi cambiamenti economici ed ambientali”.

Filiberto Zovico, direttore Green Economy Festival: “Quest’anno un Festival sul tema della sostenibilità, per assumere un senso attuale e dare risposte praticabili, doveva necessariamente superare ogni ideologia e tornare al pragmatismo. Che non significa assolutamente abbandonare gli obiettivi, su questo nessuno può più permettersi di tornare indietro. Ma significa dare voce alle best practice, e sperare che siano esempio per altri. Significa condividere le sfide ancora aperte, e cercare soluzioni condivise. Significa restituire complessità alla transizione, e capire come coniugarla alla competitività della nostra industria. Credo che i relatori del Festival siano riusciti a fare questa operazione: mostrare che esiste una via pragmatica alla sostenibilità”.

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