Ha avuto varie vite, Giovanni Storti. Ha iniziato come attore di teatro acrobatico, poi comico, nell’esilarante trio con Aldo e Giacomo, poi maratoneta, e ora divulgatore green social, una nuova vocazione che ha raccontato, con la sua consueta ironia, sul palco dell’auditorium Paganini, ospite del Green Economy Festival, introdotto da Davide Bollati, presidente di Davines Group.
L’idea è nata in un momento particolare, nell’anno del Covid, in campagna con la moglie, ha rivelato il comico, in dialogo con Elisabetta Soglio, giornalista del Corriere della Sera. «E stata una primavera strepitosa. Avevamo la possibilità di girare in campagna, ci è venuta l’idea di
raccontare gli alberi con ironia, per far interessare al fatto che la natura è importante».11 tema ambientale «sembra sempre distante perché la natura la vediamo come sfondo. Nei video cerco di creare consapevolezza sul fatto che invece è basilare». Si trova, così, improvvisamente milioni di persone che cliccano i suoi video. «Il fatto che sono un elemento del trio è stata la causa principale del successo, poi un comico che racconta la natura, in modo simpatico e cialtrone, gioca a favore della natura stessa».
La sua parola ricorrente è proprio consapevolezza, «il primo passo per capire dove stiamo andando e cosa stiamo facendo». Parla dell’incontro con Stefano Mancuso («un grande scienziato, gli ho rubato quasi tutto di quello che so») e annuncia che con lui farà uno spettacolo in estate, un mix match tra il comico e lo scienziato, per raccontare che la sostenibilità è possibile e che tutti abbiamo delle responsabilità. «Da molti anni demandiamo, ma il cambiare le cose, è entrare nelle cose stesse, non spostarsi da esse. Poi, va a finire che subisci quello che succede. Dobbiamo invece riappropriarci del nostro essere civici, entrare in partecipazione». Ma inventa anche il concetto di natura queer. «La natura è diversità, sperimenta, si inventa mille soluzioni. Per potersi riprodurre chiama in causa tutti, un’orgia esagerata con insetti, farfalle, coleotteri, uccelli, mammiferi, non ha confini, non ha regole. È la diversità a creare qualcosa di nuovo, un po’ come è stato per Aldo, Giovanni e Giacomo, in cui Aldo era il fungo, io un’alga e Giacomo un batterio».